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174 | quando il dormente si sveglierà |
pieno di dignità; un omettino dal volto innegabilmente giapponese, ma che si esprimeva con una chiarezza perfetta, informandolo su ciò che era avvenuto in quell’intervallo. La rivoluzione era ormai una cosa compiuta; già da un capo all’altro della Città, tutti avevan ripreso il lavoro e si eran rimessi a’ propri affari.
In generale il fatto della caduta del Consiglio che non era stato mai popolare l’avevano accolto dappertutto con molto piacere e le mille città dell’America occidentale, ancora gelose dopo due secoli, di New York, di Londra e dell’Est, si erano insieme sollevate due giorni prima, all’annunzio del risveglio di Graham. A Parigi la lotta durava ancora: il resto del mondo era nell’incertezza.
Mentre faceva colazione sentì vibrare ’da un angolo della stanza una soneria elettrica; l’assistente principale lo avvertì che Ostrog si informava di lui con premura e Graham smise ’di mangiare per rispondergli.
Poco dopo giunse Lincoln a cui Graham espresse il vivo desiderio di mettersi meglio al corrente della nuova vita che si apriva dinanzi a lui e Lincoln lo informò allora che, fra tre ore, un’assemblea rappresentativa di personaggi ufficiali, colle proprie mogli, si sarebbe recata nei grandi appartamenti del Capo dei Motori a vento. Il disegno formato’ da Graham, di percorrere cioè le strade della città, era pur tuttavia prematuro; a causa dell’agitazione enorme del popolo. Del resto gli era affatto facile dì veder la Città a volo d’uccello dal posto di guardia che occupava il custode dei motori.
Dopo aver fatto i più lusinghieri elogi all’assistente