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172 | quando il dormente si sveglierà |
aveva picchiato sulla tavola per chiamare Howard, un uomo grande e grosso, dalla barba rossa, e un altro da’ lineamenti delicati, piccolo, bruno, con un cranio singolarmente lungo-. Egli notò che due consiglieri chiacchieravano fra loro guardando Ostrog: poi veniva un uomo dalla carnagione olivastra, d’alta statura, dal bel personale, ma dall’aria abbattuta che alzando improvvisamente gli occhi, li fissò prima su Graham e poi sopra Ostrog. La strada che essi dovevano percorrere era stata preparata in modo da obbligarli a fare,un gran giro, prima di arrivare al passaggio che conduceva al palchetto dove doveva effettuarsi la loro sottomissione definitiva.
— Il Maestro! II Maestro! Dio e il Maestro! Morte al Consiglio! — gridava il popolo.
Graham guardò quella moltitudine che si perdeva in lontananza, incalcolabile, nella nebbia e nella confusione; poi i suoi sguardi si posarono nuovamente sopra Ostrog, che gli stava accanto, pallido e silenzioso, quindi verso il piccolo gruppo dei consiglieri e finalmente contemplò un istante le stelle calme e protettrici che splendevano sopra la sua testa.
L’elemento maraviglioso del suo destino prendeva vita improvvisamente. Poteva forse essere stata sua quella meschina esistenza il cui ricordo persisteva; ancora nella sua memoria, quella vita di duecento anni fa?.... E questa gli apparteneva maggiormente?