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La fine dell’antico ordine | 171 |
avvolgeva quelle rovine, si vedeva una innumerevole moltitudine brulicare su tutti i punti accessibili del Palazzo e sulle’ cime sconquassate degli edifizi vicini. La voce di quella folla anche se non emetteva nessuna acclamazione somigliava al sospiro del mare sopra una spiaggia di ciottoli. Ostrog aveva scelto un enorme ammasso di rottami ordinando d’innalzare in fretta con dei travicelli e delle longarine una specie di palchetto. Le parti essenziali erano terminate, ma tutto un insieme di macchine rumoreggiava al di sopra, squarciando l’ombra con passeggieri bagliori.
Quel palchetto aveVa un lato più elevato- sùl quale Graham, Ostrog e Lincoln presero posto davanti a un gruppo di ufficiali subalterni. Sopra una piattaforma inferiore, si disposero le guardie dall’uniforme nera, le guardie della sommossa, munite di quelle piccole armi verdi di cui il nome stesso era ancor sconosciuto a Graham. Coloro che stavano intorno a lui, si accorsero che i suoi sguardi erravano via via dalla folla ammassata sulle rovine, all’oscura mole del Palazzo che i Consiglieri stavano per abbandonare e alle macerie da cui era circondato. Le voci della folla aumentavano intanto e divenivano un tumulto assordante. Finalmente comparvero i Consiglieri, piccolo gruppo bianco sotto l’immensa vôlta.
Uscendo dalle tenebre del Palazzo, essi socchiusero gli occhi sotto la vivida luce delle stelle elettriche poste sul loro passaggio: il ruggito minaccioso della folla, su cui il potere di quella casta si era aggravato durante cento cinquant’anni, accompagnava i membri del Consiglio decaduto. Graham si ricordò, per contrasto, il loro strano e freddo contegno nell’hall dell’Atlante.... Ora ne riconosceva parecchi: colui che