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Ostrog | 165 |
apparecchio, lo girò facendo un leggero scricchiolìo, e la camera rimase nelle tenebre: allora s’impadronì del braccio di Graham e gl’indicò lo specchio.
— Nei momento stesso in cui volgevamo le spalle, — disse laconicamente Ostrog.
Il suo indice nero e colossale indicava la sommità del Palazzo del Consiglio. Graham guardava senza capire, quindi si accorse che l’asta che sorreggeva la bandiera bianca era spoglia.
— Che cosa significa? — incominciò.
— Il Consiglio ha capitolato. Il suo regno è finito per sempre. Guardate.
E Ostrog gli mostrava un rotolo nero che saliva a piccoli sbalzi lungo l’asta e si spiegava gradatamente.
In quel momento, sollevando la tenda, entrò Lincoln e il quadro si scolorò.
— Essi s’impazientiscono, — disse.
Ostrog teneva sempre il braccio di Graham.
— Noi abbiamo indotto il popolo a rivoltarsi, — fece egli, — noi gli abbiamo dato le armi: per oggi almeno la sua volontà dev’essere sovrana....
Lincoln sollevò la tenda per lasciar passare il Maestro e il Gran Conduttore. Lungo la strada in direzione dei mercati, Graham intravvide alla sfuggita una sala dalle bianche mura, lunga e stretta, nella quale alcuni uomini vestiti della solita tela azzurra, trasportavano alcune cose coperte, simili a bare e in cui altri uomini che indossavano la rossa uniforme dei dottori correvano qua e là con gran fretta.
Da quella sala uscivano gemiti e grida di dolore: Graham scorse un letto vuoto macchiato di sangue, e alcuni uomini insanguinati avvolti in lenzuoli, distesi su altri letti. Ma egli non potè dare che una