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158 | quando il dormente si sveglierà |
Qualche cosa che non si trovava a posto e la cui forma indicava un uomo; nascose per metà quel panorama.
Un lampo metallico, un bagliore accecante attraversò l’ovale, che riapparve chiaro poco dopo.
Così Graham potè scorgere alcuni uomini che correvano fra le ali delle macchine a vento, puntando le armi da cui scaturiva del fumo misto ad una luce viva e breve. La loro truppa aumentava sempre più verso la destra: e tutti gesticolavano, forse emettevano grida, ma quel quadro non dava alcuna indicazione su questo punto. In tal modo passarono, come le ali della macchina, ad un’andatura lenta e regolare, a traverso il campo dello specchio.
— Ora viene il Palazzo del Consiglio, — disse Ostrog.
E a poco a poco una striscia nera attrasse l’attenzione di Graham: in breve però non si trattò più di una striscia nera, ma di una cavità, di un enorme spazio nerastro, fra il gruppo degli edifizi, da cui sottili spirali di fumo si elevavano in quel pallido cielo d’inverno. La massa degli edifizi, distrutta, crollante, in una confusione di enormi travi e di colonne troncate, si elevava lugubre in quell’oscurità cavernosa. E sulle vestigia di quello splendido palazzo; una folla incalcolabile d’uomini, piccolissimi, si arrampicava, saltava, gridava.
— Ecco il Palazzo del Consiglio: la loro ultima fortezza, — dichiarò Ostrog. — Imbecillii Facevano saltare tutti gli edifizi intorno a loro.... e nella speranza d’impedire il nostro attacco, hanno sciupato una quantità di munizioni sufficiente per resistere un mese. Avete udito l’esplosione? La metà dei vetri della città sono stati fracassati.