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Ostrog 151

stanchi e fiochi a forza di aver gridato il suo nome: qualcuno aveva delle cicatrici e delle ferite sanguinanti, per aver difeso la sua causa. Sulla facciata degli uffici fiammeggiavano dei quadri mobili, ma malgrado i suoi vigorosi tentativi, non potè veder nulla perchè la folla gl’impediva di avvicinarsi.

Da alcuni brani di conversazione egli giudicò che tali trasparenti dessero le ultime notizie dell’assedio: del palazzo in cui si era rifugiato il Consiglio.

L’ignoranza e l’indecisione rendevano lenti e impotenti i suoi gesti. Egli chiedeva a sè stesso come avrebbe fatto a penetrare dietro a quella facciata ininterrotta: a poco a poco, tenacemente, si aprì una strada in mezzo alla folla fino a quando si accorse che la scala che partiva dalla via centrale conduceva nell’interno degli edifizii. Persistette in quella direzione, ma la folla era così fitta che gli ci volle molto tempo prima di poter entrare in quell’edifizio. Colà giunto, mille contrasti gli impedirono di raggiungere il suo scopo, tanto che passò un’ora a discutere e a parlamentare in una serie di sale d’aspetto, prima di riuscire a far portare un biglietto a colui che fra tutti gli altri aveva maggior desiderio di vedere. Dapprima la sua storia era stata accolta da risate e da canzonature, perciò, divenuto più savio da quell’esperienza, finì col dichiarar semplicemente, quando lo fermarono ancora, che aveva una notizia di un’importanza estrema da comunicare a Ostrog, rifiutando energicamente di spiegarsi di più.

Dopo esser riuscito a far passare un biglietto che non fu mandato senza una certa ripugnanza, Graham fu relegato in una piccola stanza, in fondo all’ascensore, e, dopo una lunga attesa, scese finalmente Lincoln