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150 | quando il dormente si sveglierà |
doveva mangiare. Vi erano dunque delle persone abbastanza calme per poter mangiare in un tal momento, o abbastanza audaci per appropriarsi delle vettovaglie, favoriti da quella rivoluzione sociale e dalle tenebre.
Entrò in una galleria: due fanciulline singhiozzavano in preda allo spavento rannicchiate contro una balaustra: al rumore de’ suoi passi esse si chetarono ma appena si fu allontanato, ricominciarono a singhiozzare. In breve giunse a’ piedi di una scala: ne salì gli scalini che mettevano in una strada in cui le piattaforme erano ferme. Una truppa di insorti la percorrevano urlando, con voci false e dissonanti, alcuni brani di un canto rivoluzionario. Di nuovo si fece indicare quale strada dovesse percorrere, ma due Volte il medesimo gergo lo gettò nel più grande imbarazzo. Il suo terzo tentativo gli procurò una risposta che potè comprendere: si trovava a due miglia da Westminster; e quando finalmente si avvicinò agli uffici di cui andava in traccia, gli parve, dalle acclamazioni della folla, dal tumulto di allegria, e infine dalla luce che fu resa alla Città, che la caduta del Consiglio dovesse essere ormai un fatto compiuto. E da nessuna parte udiva parlare della propria scomparsa.
La Città tornò ad illuminarsi con una velocità sorprendente: ad un tratto egli rimaste abbagliato; e attorno a lui si eran fermati alcuni uomini, anch’essi abbagliati: pareva che tutto quel luogo divenisse incandescente. La luce li colse vicino alla folla sovreccitata che ingombrava le strade in prossimità agli uffici dei Motori a vento, e l’idea di essere adesso esposto a tutti quegli sguardi, cambiò in una Viva ansietà la sua vaga intenzione di raggiungere Ostrog. Si trovò confuso, imbrogliato, in mezzo ad alcuni uomini resi