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126 quando il dormente si sveglierà

nando queste idee lo ricondusse a Pentargen, alla cascata che tremolava al vento, e a tutti gli oscuri splendori della costa soleggiata della Cornovaglia. Il contrasto dava a queste cose una apparenza d’irreale; poi l’abisso si colmava ed egli cominciava a comprendere la sua situazione.

Non era più assolutamente un enigma, come nelle camere silenziose, ora si disegnava per lo meno in un contorno bizzarro e vero. Egli si trovava senza saper come, possessore della metà del mondo e formidabili partiti politici erano in lotta per impossessarsi della sua persona. Da una parte, il Consiglio bianco con la Polizia Rossa, risoluto ad usurpare la sua proprietà e forse a sopprimere lui stesso; dall’altra la Rivoluzione che l’aveva liberato con l’invisibile Ostrog che la guidava: e tutta la gigantesca città era sconvolta da questa lotta. Furioso impazzamento di questo mondo trasformato.

— Io non capisco! io non capisco! — esclamava. Era riuscito a liberarsi dai partiti in contrasto e ora si trovava solo in quella pace del crepuscolo. Che accadrebbe in seguito? Che cosa succedeva adesso? Egli si figurava gli uomini vestiti di rosso inviperiti per impadronirsi di lui e respingenti davanti a loro gli insorti dalle insegne nere. In tutti i casi la sorte gli permetteva di respirare un poco, e poteva, senza rischiare d’essere disturbato, nascondersi e osservare il corso degli avvenimenti. Il suo sguardo percorreva l’immensità inestricabile e oscura degli edifizi tenebrosi; e si ricordò, come un fenomeno d’una stranezza infinita, che aldi sopra di tutto ciò il sole adesso si levava e che il mondo risplendeva raggiante sotto la chiarezza famigliare del giorno.