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122 | quando il dormente si sveglierà |
visibili, pallidi, stupefatti, atterriti, coperti di sudore sotto il lucido della pelle.
Una figura, quella d’un giovane, era a due passi vicino a lui; per un momento non fu che un incidente senza alcun valore emozionante, ma in seguito quella figura lo tolse ai suoi sogni perchè quel giovine trasportato un istante nell’impeto della folla era stato colto da un proiettile ed era già morto.
Fu accesa un’altra stella dall’individuo sospeso al cavo. La luce entrava da alcune finestre, da immensi archi e mostrava a Graham che egli era ora una unità in quella massa fitta di uomini vestiti di nero, respinta verso l’arena del gran teatro. Questa volta il quadro era violaceo e spezzato da ombre fitte. Vicino a lui le guardie rosse si aprivano rapidamente una strada, combattendo attraverso al popolo, ed egli non avrebbe saputo dire se lo vedevano; solo cercava con lo sguardo la sua scorta, e vide Lincoln presso la scena del teatro, in mezzo a una folla d’insorti con le insegne nere, sollevato da braccia compiacenti, scrutando nel fitto della folla per scoprirlo. Graham si trovava dalla parte opposta; dietro a lui, separati da una barriera si stendevano in piano inclinato i sedili del teatro. Allora ebbe un’idea, quella di aprirsi un passaggio a tutta forza verso l’ostacolo, ma allorquando vi giunse la luce si spense. Vivamente si slacciò il gran mantello, che non solamente impicciava i suoi movimenti ma poteva attirare su lui degli sguardi; lo fece cadere in terra e qualcuno s’impigliò nelle sue pieghe. Un istante dopo egli superava la barriera e si lasciava cadere nel vuoto oscuro, indi camminò a tastoni e raggiunse l’estremità inferiore d’un viale che saliva.