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120 | quando il dormente si sveglierà |
migliaia, di voci, e qualche cosa venne a batter nel muro al di sopra di Graham. Il tonfo gli fece volger la testa; una specie di stella in metallo colore argento si schiacciava contro il muro e nello stesso tempo scorse Lincoln vicino a lui, e si sentì stringere il braccio. Poi pif, pif; avevano fallito ancora due volte, ma egli non se ne rese immediatamente conto. Nel momento stesso in cui cercava di spiegarsi ciò che accadeva, tutto disparve, una seconda volta fu interrotta l’illuminazione, e Lincoln allora l’afferrò per il braccio e lo trascinò lungo la galleria.
— Spicciamoci, avanti la prossima luce, — gli gridava. La sua fretta fu contagiosa. L’istinto della conservazione vinse la paralisi che causava a Graham il suo sbalordimento; e non fu che lo schiavo reso cieco dalla paura di morire. Egli corse, inciampò nelle tenebre che rendevano la sua strada incerta, e si diresse Verso le sue scorte che fuggivano davanti a lui. Il solo suo desiderio era di scappare al più presto dalle pericolose gallerie. Una terza luce s’accese quasi subito, ed una esclamazione partì dalle piattaforme, alla quale rispose un tumulto sulle vie inferiori, mentre le vesti rosse giungevano al passaggio centrale volgendosi verso di lui, gettando dei gridi. Sopra la bianca facciata opposta i punti rossi predominavano, e questa forza armata era la guardia del Consiglio lanciata alle suo spalle; egli era la posta di questa lotta accanita, il centro attorno al quale tutto girava.
Per fortuna egli restava illeso in mezzo a quei colpi di fuoco mal sicuri, i primi che l’esaltazione, dopo 150 anni, facesse tirare. Le palle fischiavano al di sopra della sua testa e sentì uno schizzo di metallo fuso