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La battaglia nelle tenebre 117


Gli enormi globi bianchi si tinsero di porpora con uno splendore rossastro,, tremolando lesti lesti come pronti a spegnersi finchè divennero delle semplici macchie di fuoco rossastre e offuscate nell’oscurità immensa.

In capo a dieci secondi l’estinzione terminò, e non ci fu più che un sordo muggito nelle tenebre, un abisso nero aveva subitamente inghiottito quelle miriadi folgoranti di uomini.

Egli sentiva degli esseri invisibili presso di sè, si sentì afferrare per le braccia, e qualche cosa lo colpì al mento lasciandogli un dolore acuto.

— Così va bene. Così va bene, — gli urlò una voce nell’orecchio.

Graham, superata l’impressione di questo primo stupore, ed avanzandosi, venne ad urtare colla fronte in quella di Lincoln.

— Che significano queste tenebre? — domandò egli.

— Il Consiglio ha interrotto le correnti che rischiarano la città; bisogna attendere, fermarsi. Il popolo continuerà a camminare.... egli....

Il resto della risposta si perse; delle voci gridavano: «Salvate il Dormente! Proteggete il Dormente!»

Una guardia inciampò contro Graham e inavvertitamente lo colpì alla mano con l’arma. Un violento tumulto scoppiò e s’agitò intorno a lui, diventando, almeno così gli sembrava, più assordante, più intenso, più furioso ad ogni minuto. Alcuni frammenti di frasi percettibili erano diretti Verso di lui e si perdevano allorquando il suo spirito si sforzava di udirli. Degli ordini contradittorii s’incrociavano, altri vi rispondevano. Tutto ad un tratto al di sotto di essi e vicinissimo si udirono delle grida acute: — La Polizia Rossa! — strillò qualcuno nel suo orecchio, poi questi si