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Capitolo IX.

Il popolo è in marcia.

Alzando gli occhi Graham vide un giovanotto dalla carnagione scura e vestito di giallo che gli porgeva un bicchiere pieno di un liquido chiaro. Appena presa quella bevanda si sentì penetrato da un gran calore.

Un uomo alto di statura vestito di nero stava in piedi accanto a lui, indicandogli colla mano la porta semi-aperta che dava sull’atrio. Per quanto egli gli parlasse all’orecchio ad alta voce, pure ciò che diceva rimaneva indistinto a causa dello spaventoso mormorio dell’enorme teatro. Dietro a quell’uomo vestito di un abito color grigio argento, stava una fanciulla che a Graham parve molto bella: essa fissava verso di lui i suoi occhi neri pieni di mistero e di curiosità, mentre le sue labbra semi-aperte tremavano.

Dalla porta socchiusa si scorgeva l’anfiteatro pieno di gente e si udiva un grande e disuguale tumulto: scalpiccìo di piedi, applausi e grida che morivano, rinascevano, ingrossavano in un rumor rimbombante: e continuarono così intermittenti, durante il colloquio che avveniva nella piccola stanza.