Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
102 | quando il dormente si sveglierà |
Egli udì un grido di rabbia degli aereonauti: due ginocchi gli si conficcarono addosso, facendolo disperatamente precipitare con una folle velocità nell’abisso. Tutta la sua forza era nelle sue mani e avrebbe volentieri mandato gridi acuti se non gli fosse mancato la forza.
Passò come un proiettile in una luce abbagliante che gli fece raddoppiare la sua stretta: ed allora riconobbe il gran passaggio delle strade mobili, le lampade sospese e le sbarre intrecciate: pareva che tutto ciò gli saltasse addosso e per un momento ebbe la sensazione di un abisso spalancato davanti a’ suoi occhi pronto ad inghiottirlo. Di nuovo si trovò nell’oscurità cadendo a poco a poco, aggrappandosi colle mani raggricchiate, indolenzite.... ad un tratto però brillò una gran luce ed egli si trovò in un vestibolo splendidamente illuminato, stordito dal fracasso che faceva il popolo sotto i suoi piedi.
Il popolo! Il suo popolo! Un proscenio; un vessillo gli vengono incontro.... e Graham sentì che la corda scendeva a destra verso un’apertura circolare; tal movimento divenne più lento ad ogni minuto; secondo, in modo da poter distinguere queste voci:
— Salvato! Il maestro è salvo!
Il vessillo si avvicinava a lui con una velocità minore.... Quindi udì l’uomo aggrappato dietro a lui emettere un grido come terrorizzato all’improvviso, e tal grido echeggiò ripetutamente in basso. Capì di non scivolar più lungo la fune ma di cadere insieme ad essa: ancora un fracasso, ancora dei gridi d’ogni specie.... la sua mano stesa s’imbattè in qualche cosa di molle, mentre l’urto d’una caduta moderata gli scosse il braccio.