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94 quando il dormente si sveglierà


— Abbassatevi, — avvertì la guida, per evitare di battere contro una fune lunghissima che arrivava stridendo fino a raggiungere il cardine della ruota del mulino. — Di qui, — e affondarono fino alla noce del piede in una grondaia piena di neve fusa, passando fra due parapetti di metallo, che in breve si elevarono fino a mezza vita.

— Io sarò il primo a passare, — disse la guida.

Graham si strinse ancora di più il mantello intorno alle spalle e seguì il compagno. Ad un tratto si trovarono dinanzi ad un abisso strettissimo attraversato dalla grondaia per andare a perdersi poi nelle tenebre. Per spirito di curiosità Graham volle vedere, appoggiandosi al parapetto, il fondo del sottostante abisso, ma dovè deplorare alquanto la sua fuga irriflessiva, perchè fu colto dalle vertigini e cadde nella neve liquefatta.

Usciti poi dalla grondaia, essi si slanciarono per un vasto spazio piano ricoperto di neve fusa: qua e là questo spazio era trasparente e debolmente illuminato da lumi che apparivano e sparivano....

Sostò di fronte a questo piano apparentemente così poco solido, ma la guida continuò la sua corsa senza curarsene, e sdrucciolando quasi ad ogni passo, arrivarono alla base di una cupola di cristallo attorno a cui girarono. Assai lontano, in basso, si capiva che qualcuno ballava e l’eco della musica giungeva fino a loro a traverso quel cono di cristallo. Parve a Graham di udire un grido di aiuto fra il rumore della tormenta, ma la guida lo incitò ad affrettare ancora più il passo. Arrampicandosi e ansimando raggiunsero un luogo da cui si elevavano enormi mulini a vento fra i quali uno di dimensioni così grandi che soltanto le estremità