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d’aver sentito il sospiro ed il calpestio. Ciò che le dette una qualche momentanea gioia, si fu il veder risplendere, quasi improvvisamente, un debol raggio di luna adombrata dalle nuvole, proveniente da un’apertura che sembrava stata fatta nella volta con un violento colpo dato al di sopra, potendo essa chiaramente osservarne i rottami, un pezzo de’ quali sembrava che stesse tuttor per cadere; ed affrettatasi verso quella parte, osservò una forma umana accosto al muro.
Ella fece uno strido, credendola lo spirito del suo promesso sposo Corrado, ma quella figura, fattasele avanti, le disse in voce sommossa: “non v’impaurite signora; io non son per farvi alcun male.” Isabella, racconsolata dalle parole e dal placido cortese tuono di voce dell’incognito, credendo tantopiù, dover essere quello stesso da cui era già stata aperta la porta, si fe’ cuore a rispondergli: “Signore, chiunque voi vi siate, prendavi pietà d’una infelice prencipessa vi-