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violento Manfredi, sperava bene ch’egli non avrebbe osato di profanare il santuario; e non presentandosele altro migliore spediente, risolvette d’andare a ritirarsi fralle sacre vergini in un convento contiguo alla cattedrale. Determinatasi a ciò fare, prese il lume il quale ardeva appiè della scala, ed inviossi frettolosamente per quel cammino.


I sotterranei del castello eran distribuiti in diverse stanze a volta irregolarmente disposte, perlochè rendeasi difficile ad una persona di animo turbato, qual’era Isabella, il rinvenire quella appunto per cui passar doveva. Regnava in quest’orrido luogo uno spaventoso silenzio, interrotto solo dal vento da cui erano di quando in quando sbattute le imposte degli uscj per dove era passata, ed il cigolio degli arrugginiti cardini echeggiava per quel lungo tenebroso laberinto. Ogni più lieve rumore l’atterriva ancor davvantaggio, ascoltando fin di laggiù Manfredi affrettar con rabbiosa voce i servi in traccia