nè come salvarsi dalla furia del prencipe, tantopiù, non ignorando, esser chiuse le porte del castello, e trovarsi custodito da sentinelle il cortile. Suggerivale il cuore di dovere andare ad Ippolita, e prepararla al barbaro destino da cui era minacciata, ma le venne eziandio in mente che Manfredi avrebbela senza dubbio colà cercata, raddoppiando le meditate ingiurie con nuovo forsennato sdegno, senza pur lasciar campo ad ambe loro di sottrarsi al di lui pazzo furore. Pensava d’altronde, che s’ella avesse almeno per quella notte deluso l’odioso proponimento del medesimo, nata sarebbe forse una qualche favorevole circostanza, o avrebbe egli potuto anche riflettere sul reo concepito disegno. Ma dove nascondersi? come schivar le di lui perquisizioni per tutto quanto il castello! Mentre così rapidamente aggiravasi d’uno in un altro pensiero, si risovvenne, esservi un andito il quale per via sotterranea conduceva nella chiesa di S. Niccola, dove, se fosse arrivata prima di lasciarsi sopraggiugnere dal