Era già notte, ed il servo il quale accompagnava
Isabella, portava in mano un torcetto.
Manfredi passeggiava agitato nella
galleria, dove giunti i suddetti, disse con
impaziente rabbia al servitore: “levami davanti
quel lume, e vattene.” Quindi, chiusa
impetuosamente la porta, si gettò smanioso
sopra una panca, e fe’ cenno ad Isabella di
sedergli allato; essa tremando obbedì, ed
egli in tal guisa incominciò: “Signora, vi
ho mandata a cercare”... e senza più dire,
rimase cheto in gran confusione. Ella accorgendosene,
gli disse: “Signore”... “sì,” l’interruppe egli, “vi ho mandata a cercare
per un affar di somma importanza; non
piangete, nobil donzella; voi avete perduto
uno sposo... ah sì, ed io ho perdute tutte
le speranze della mia sventurata famiglia!...
ma pure Corrado non era degno della vostra
bellezza”... “Come, signore!” replicò Isabella;
“non sospettate già di me a quel ch’io
penso? il mio dovere, il mio affetto sarebbero
stati sempre.”...“Non pensate più a