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mento di sì grave afflizione; ma infine il filiale affetto, avvalorato dal comando materno, la incoraggì tanto da azzardarsi a contravvenire agli ordini dati dal padre, errore da essa non commesso giammai. Essendo peraltro naturalmente timida, si fermò qualche momento alla porta, e lo sentì passeggiare avanti e indietro nella sua camera con isregolati passi, lo che accrebbe il di lei timore. Era non pertanto sul punto di chieder licenza d’entrare, quando Manfredi, aperta ad un tratto la porta, nè riconoscendola da prima, atteso il barlume della vicina sera, ed il perturbamento dello spirito, domandò incollerito: “chi è là?” Matilda, tutta tremante, rispose: “son’io, mio caro padre, sono la vostra figlia.” Manfredi bruscamente arretrossi alquanto, dicendole: “andate, non vo’ figliuole, non ho bisogno di figliuole;” ed in così dire, rientrò dentro, chiudendo con rabbiosa veemenza la porta in faccia alla spaventata Matilda.