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mi amate con indicibil tenerezza;” replicolle Matilda; “ma non piangete, o madre mia, ve ne prego... sarò tra poco in luogo di eterna felicità... Isabella, voi mi avete dimostrato sempre una verace amicizia... deh! siate voi in appresso la figlia sua; amatela in vece mia; voi sapete, esser ella la più cara e la più stimabile di tutte le terrene cose... oimè! sento mancarmi!” “Ah, cara figlia!” disse Ippolita lagrimando forte; “e non poss’io colla mia presenza farti, ancor per qualche momento, restare in vita?” “Ah, no!” rispose con tremante voce Matilda, “raccomandatemi a Dio... ma dov’è il genitore? perdonategli... deh! madre carissima, perdonategli l’eccesso della mia morte; egli era in cuore... oimè! io vi avevo promesso di non veder mai più Teodoro... forse la mia disubbidienza è la cagione unica di questa nuova sventura... ma, credetemi, ciò è stato un puro accidente... mi perdonate voi?” “Oh Dio! non lacerarmi l’anima,” soggiunse Ippolita; “tu non mi