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figlia, tenendola per la mano, e dimorando in uno stupido silenzio. Arrivati presso al ponte levatoio, i chirurghi, già accorsi colla principessa, dichiararono che i polsi di Matilda annunziavano una vicina morte, e che il minimo ulterior movimento avrebbe potuto abbreviarle la vita; onde colà tutti si fermarono ad aspettare ed assistere al transito. Voleva Isabella che Ippolita di là si partisse per toglierle il dolore estremo di vederla morire; ma ella esclamò, quasi priva di senno: “No! no!... non me ne slontanerò mai!... mai!... in lei sola io vivevo, e con lei voglio spirare.” Matilda, udendo la voce della madre, aprì gli occhj per riguardarla, ma tosto gli richiuse senza parlare. Teodoro, avendo dai chirurghi udito, non esservi più alcuna speranza, montò in frenesia, e fattosi avanti, così esclamò: “giacchè ella non può in vita esser mia, sialo almeno al punto della sua morte... volete voi,” disse, rivolgendosi al P. Girolamo, “unirci in matrimonio?” “Incauto! im-