rate sembianze di Matilda che, suo malgrado, se gli ravvolgevano sempre più belle nel pensiero, abbandonossi quasi tramortito sul pavimento, oppresso dai rimorsi e dall’amore. Prima che potesse ricovrare gli smarriti spiriti, Ippolita entrò tutta sola nell’oratorio con una candela accesa in mano; e vedendo un uomo steso a terra, diè un grido, credendolo morto. Il di lei spavento riscosse Federigo, onde levandosi di subito, col volto tutto bagnato di lagrime, tentò di nascondersi, e partire; ma la principessa il trattenne, e scongiurollo caldamente e colle più lamentevoli preghiere a narrarle la cagione del suo turbamento, e per quale strano accidente lo aveva ella trovato in simil postura. “Ah! virtuosa principessa!” le rispose estremamente addolorata il marchese, e più non disse. “Deh! per amor del cielo!” soggiunse Ippolita, “non mi celate, o signore, la causa della vostra grave afflizione! Che mai significan coteste dogliose voci, e coteste esclamazioni affan-