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signore!” rispose Bianca, “mille grazie... debbo avere un viso pallido come la morte... quando la paura sarà passata starò meglio... me ne andavo dunque alle stanze della signora Isabella per ordine del signor principe”... “Non vogliamo ascoltar minuzie,” interruppe Manfredi; “poichè il signor marchese ha la bontà di sentir le tue chiacchiere, continova pure, ma sbrigati in poche parole.” “Altezza, le domando perdono, replicò Bianca, “ma questo è troppo contradire... ho paura sin della mia ombra!... mai, mai in vita mia... io me ne andavo dunque, come ho già detto, per ordine del signor principe alle stanze della signora Isabella, la quale abita nella camera dov’è la tappezzeria di dommasco celeste, nel primo piano a man dritta; giunta allo scalone, incominciai a montar pian piano, osservando questo bell’anellino di diamanti che il signor principe mi aveva allor allora donato”... “Che pazienza!” gridò Manfredi, “e quando ci dirai quello che ti do-