fatta attenzione?” “Sì, sì, finiscila,” gridò Manfredi; “non mi annoiar più; dove si son trovati insieme? dove gli ha parlato?” “Chi?” domandò Bianca, “la signora principessa Matilda?” “Non parlo di Matilda,” soggiunse Manfredi, “voglio dire Isabella; da quando in quà ha fatta amicizia con Teodoro?” “Come l’ho da saper io?” rispose Bianca. “Tu lo sai, e me lo devi dire,” aggiunse il prencipe. “Oh sicuramente, se lo sapessi!” replicò Bianca; “ma come può mai Vostr’Altezza esser gelosa di Teodoro!” “Io geloso!” esclamò Manfredi, “eh cosa vai tu fantasticando?... senti; a dirla quì tra noi, avrei quasi intenzione di maritargli insieme, ma temo di trovar ripugnanza in Isabella”... “Ripugnanza!” interruppe Bianca, “no, no, prometto io a Vostr’Altezza per lei; come! ripugnanza? egli è il più compito cavaliere della terra: siamo tutti innamorati delle di lui gentili maniere; e non c’è nel castello un sol cuore che non giubbilasse di vederlo nostro principe...