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esortando la principessa ad opporsi al divorzio.


“Che fate quì?” disse Manfredi ad Ippolita; “perchè non avete aspettato il mio ritorno dalle camere del marchese?” “Son venuta,” rispose la principessa, “a pregare il cielo d’ispirare ad ambedue rette intenzioni nel tempo della vostra conferenza.” “Le mie conferenze,” soggiunse Manfredi, “non han bisogno che si ricorra alle invenzioni de’ frati... e poi, non ci sono al mondo altre persone, con cui piacciavi ragionare, in fuor di cotesto vecchio traditore?” “Empio!” riprese il P. Girolamo, “ed innanzi all’altare vieni a dire ingiurie ai ministri d’Iddio!... ma ascoltami, o Manfredi, son già noti gli scellerati tuoi disegni; il cielo non gli ignora, e questa virtuosa gentildonna gli sa... cedi... non guardare intorno sì torvo... abbassa quell’orgogliosa cervice... la chiesa disprezza le tue minacce, e i di lei fulmini strideranno