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ed estremamente gioioso d’aver riuscito nel suo intento, siccome pure colmo d’impazienza di vedersi in istato d’aver figliuoli, corse all’appartamento d’Ippolita, determinato di ottenere ad ogni patto dalla medesima il consentimento. Allorchè gli fu detto, esser ella andata al convento, avvampò d’ira, imperciocchè la reità della sua coscienza gli fece supporre che, avendole Isabella manifestato il di lui proponimento, si fosse la consorte colà ricoverata in asilo, sin a tanto che avesse fatti nascere tanti ostacoli da render vano il meditato divorzio. Tendevano a confermarlo maggiormente in tale idea i sospetti che avea riguardo al P. Girolamo, e temeva, aver quegli non solo dissuasa la principessa dall’aconsentire al di lui intento, ma averla eziandio sollecitata a ritirarsi in luogo sacro. Colla mente piena di tali pensieri, e coll’idea d’impedire l’esecuzione de’ progetti in lei supposti, affrettossi d’andare al convento, e vi giunse appunto mentre stava il religioso