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mente il divorzio con santa giustissima indignazione.


In questo frattempo aveva il prencipe fatta parola al marchese sulla doppia maritale unione, ed egli, essendo già preso della leggiadra bellezza di Matilda, ascoltò con grande attenzione l’offerta. L’affetto che aveva indebolito il suo cuore gli fece in un subito scordare l’inimicizia per Manfredi, tantopiù, non credendosi possente abbastanza per ritogliersi la signoria d’Otranto con la forza dell’armi; e riflettendo eziandio che il principe ritrovavasi in età da far ragionevolmente sperare che non potesse aver successione, parvegli, essere il maritaggio suo con Matilda l’unico mezzo per rientrare un giorno, e senza usar violenza, al possesso del principato. Finse peraltro maravigliarsi a tal proposizione, e per mera formalità non volle dar decisiva risposta, prima di saper le intenzioni d’Ippolita. Manfredi si prese a carico l’approvazione della consorte,