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timento... ma lo scaccerò per sempre... fo voto al cielo ed a lei”... “Figliuola mia... che volete mai dire?... a qual nuova calamità ci riserba il destino!... voi un affetto segreto!... voi!... e di più in questo momento in cui minacciati siam tutti di totale inevitabil distruzione!”... “Ah! ben conosco tutti i miei torti,” disse Matilda, “ed aborro, me stessa, se ciò cagiona affanno alla madre mia, essendo essa la cosa più cara ch’io m’abbia in sulla terra... ah no... non lo vedrò mai più!” “Isabella,” soggiunse Ippolita, “voi siete a parte di questo fatale segreto; qualunque siasi, parlate.” “Come!” gridò Matilda, “ho io totalmente perduto l’amor della mia genitrice che ella non vuol permettermi d’accusar da me stessa il mio proprio fallo!... ahi! sventurata Matilda!”... “Deh, principessa,” disse allora Isabella, “non imitate la crudeltà di Manfredi! come potete vedere quest’anima virtuosa in tante angustie, e non averne pietà!”... Ippolita, stringendo Matilda fralle