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insensibilità, e rimasero quasi colpiti di fulmine per il portento dell’elmo; quindi, senza riceverne il comando, trasportarono lo sfigurato cadavere nel salone. Di più, non dimostrò Manfredi attenzion veruna alle dame rimaste nella cappella, anzi dimentico intieramente delle due infelici prencipesse, consorte e figlia, le prime parole uscite dopo lo stordimento dalla sua bocca, furon queste: “si prenda cura della prencipessa Isabella.”


I servitori allo strano comando guidati dall’affetto per la loro padrona, lo interpretarono come diretto particolarmente alla medesima, e volando ad assisterla la portaron nella camera semiviva, e nulla curantesi delle prodigiose circostanze le quali udiva narrarsi, eccettuata la morte del diletto figliuolo. Matilda, che amavala teneramente, soffogò in petto il cordoglio, ad altro non pensando, se non ad assistere e consolare l’afflitta genitrice. Isabella la