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vincia in provincia fin quì, domandando da per tutto del genitore, ed ho pensato a sostentarmi col lavoro delle mie mani; ieri finalmente perdei ogni speranza di ritrovarlo, e credei avermi il cielo riserbata soltanto la pace del cuore, ed una povertà contenta per tutto il rimanente de’ giorni miei: ecco, signore, il racconto che mi avete richiesto. Il cielo mi ha fatto ritrovare il padre, e mi stimo felice; la sola mia presente sventura, quella si è d’aver incorso il dispiacere di Vostr’Altezza.” Finita la narrazione, si udì tra gli astanti un leggero bisbiglio che esprimeva contentezza e stupore; ed il marchese Federigo così parlò: “manca qualche particolarità nella di lui narrazione, nè io debbo tacerla, poichè s’egli è umile, a me conviene esser generoso... sì, bisogna che io confessi, esser lui uno de’ più valorosi giovani della cristianità. Egli è anche pronto, ed a tempo ardito; e sebbene io non lo conosca di lunga mano, mi rendo pure mallevadore della di lui sincerità; tengo per fermo che