misto di amarissimo interno ribrezzo. “Alzati,” disse a Teodoro, “per ora scrutinar non voglio se viver tu debba o morire; ma fammi incontanente il racconto delle tue avventure, e dimmi, come e da quando in quà, conosci questo vecchio traditore.” “Principe,”... disse il P. Girolamo con risentimento. “Taci impostore,” interruppe Manfredi, “non vo’ che nessuno gli metta in bocca ciò che ha da dire.” “Signore,” incominciò Teodoro, “nel mio caso non v’è tal bisogno; uditemi, sarò breve: nell’età di cinque anni, fui condotto in Algeri insiem con mia madre, essendo stati rapiti da’ corsari sulle coste della Sicilia, ma in men di un anno la sventurata mia genitrice morì di dolore”... Nel tempo di questa narrazione il buon religioso piangeva dirottamente, ed aveva impressi in volto mille intensi affanni; Teodoro in tal guisa continovò: “la madre mia, prima di morire, legò intorno a questo braccio sotto la vesta uno scritto da cui venni informato, esser io figliuolo