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vamente nel di lui cuore, non permettevagli d’andar molto lontano dal luogo ov’ella abitava. Si aggiunse a tal considerazione l’affettuosa tenerezza dimostratagli dal religioso suo genitore, onde si determinò a non perder di vista nè il castello, nè il convento. Volendo attendere sinchè il padre verso sera ritornasse, risolse di andare ad aspettare l’imbrunir della notte nella foresta indicatagli da Matilda; e giuntovi s’inoltrò nel più folto, giudicando, esser quella tranquilla opacità ritiro opportuno per abbandonarsi a quell’aggradevol melanconia, che tutta riempieva d’insolita dolcezza l’anima sua. Passeggiando così sopra pensiero, si condusse senz’accorgersene alle grotte le quali aveano, ne’ tempi andati, servito di ricovero agli eremiti, e modernamente correa voce tral volgo che fossero abitate da’ maligni spiriti per forza d’incanto. Rammentatosi di tal popolar tradizione, ed essendo coraggioso e vago di cercar ventura, soddisfar volle alla propria curiosità, visitando i