afflizioni: deh! non vi figurate che esser possa Manfredi oggetto dell’altrui invidia... credo a voi già noti i miei casi”... Il cavaliere fece co’ gesti conoscere nulla saperne, e desiderar peraltro ascoltargli, onde il prencipe ricominciò: “è egli possibile che non abbiate mai inteso parlare d’affari relativi a me ed alla principessa Ippolita mia consorte?” L’ospite, negando, scosse la testa, ed egli continovò: “no?... ebbene, uditemi: voi forse mi credete ambizioso, ma, oimè! han gli ambiziosi un’anima ben diversa dalla mia; se tale io mi fossi, non sarei stato per tanti anni afflitto dagli scrupoli... ma non vorrei stancar la vostra pazienza... sarò breve: or dunque sappiate che il mio matrimonio colla principessa Ippolita mi ha sempre dato gran disturbo... oh! se sapeste quant’ella è adorabile! io l’idolatro come un amante, e l’amo come un amico il più caro... ma è pur vero, non esser l’uomo nato per godere di una perfetta felicità! La mia consorte è persuasa della