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padre, il quale ne ricevè la signoria dal suo genitore Don Riccardo, ed a questo ne avea fatto dono lo stesso principe Alfonso, morendo senza successione nella terra santa, per ricompensare la di lui fedeltà ed i segnalati servigj prestatigli”... A ciò il forastiero scosse la testa in segno di negativa, e Manfredi con alquanto d’ira soggiunse: “cavaliere, sappiate che Don Riccardo era un uomo valente e devoto, siccome ne fa chiara fede l’aver egli fondata la quì vicina chiesa e due conventi; egli era particolarmente protetto da S. Niccola”... L’ospite continuava a far segno di no, e Manfredi insistè: “sì... il mio avo era incapace... vi ripeto che Don Riccardo era incapace... perdonatemi, i vostri cenni e le interruzioni vostre mi hanno alquanto fatto alterare... ho gran rispetto per la memoria del mio avo... per dir breve, signori, egli tenne questo dominio, e lo governò con la spada della giustizia e sotto il patrocinio di S. Niccola, come pure intendo io di fare; ma se questa mia pretensione vi