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avea dichiarata illegale la sovranità di Manfredi, ma non voleva assentarsi dal monastero per farne inchiesta, temendo che di là se ne fuggisse Isabella, e potesse la sua fuga essere a lui stesso imputata. Riandava cammin facendo seco stesso tali pensieri, quando incontrò sotto il portico del convento un religioso, il quale a lui venendosene in aria melanconica e sconsolata, gli disse: “ed è pur vero, fratello, che abbiam perduta la buona principessa Ippolita nostra benefattrice?” Stupì il P. Girolamo, ed esclamò: “che dite mai, fratello! io vengo in questo momento dal palazzo, e l’ho lasciata in perfetta salute.” “Il Martelli”, riprese l’altro, “è di là venuto un quarto d’ora fa, e ha data la trista nuova che Sua Altezza era morta, per il che tutti i nostri fratelli son andati in coro a pregare per la di lei anima, ed hanno voluto farmi quì attendere il vostro arrivo, sapendo la santa amicizia che passava tra voi e quella benefica principessa, per consolarvi nell’amaritudine che deve