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CAPITOLO TERZO.
Palpitò il cuor di Manfredi nell’osservare le piume del portentoso elmo scuotersi e piegarsi accompagnando il suon della tromba, e rivoltosi tutto confuso al P. Girolamo, non più considerandolo come il conte di Falconara, ma come un sacro ministro del cielo, gli disse: “che mai significan tai prodigj? Se io son colpevole”... in questo le piume fluttuarono con maggior veemenza, ond’egli continovò, esclamando: “infelice principe ch’io mi sono!... deh! assistetemi, o sant’uomo, colle vostre efficaci orazioni!” “Signore,” replicò il padre, “il cielo è senza dubbio contro di voi sdegnato, perchè sì villanamente dileggiate i servi suoi: sottomettetevi alla santa chiesa, e cessate dal perseguitare i sacerdoti; lasciate andar salvo questo giovine in-