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muovi a compassione!” “Io ti ho mandato a cercare,” risposegli più corrucciato Manfredi, “per confessarlo, e non per servirgli da avvocato; tu il primo m’infiammasti d’ira contro di esso... ricada la vendetta del di lui sangue sopra il tuo capo.” “Ah! pur troppo così avverrà!” disse il padre, oppresso da mortale abbattimento; “nè voi, nè io avrem più speranza d’andar là, ove ora questo beato giovine s’incammina.” “Sbrighiamoci,” ripetè Manfredi, “io sono inesorabile al borbottio di un frate egualmente che a’ gridi delle donnicciuole le quali si spaventan di tutto.” “Come! è egli possibile,” domandò il contadinello, “che la sentenza pronunziata contro di me abbia dato motivo allo strido sentito là nel salone! è forse la principessa nuovamente in poter vostro?” “Con tal domanda,” risposegli Manfredi, “mi fai ricordare della tua audacia; preparati piuttosto all’ultimo istante della tua vita.” Sentivasi il giovane destare in seno l’indignazione, ma nel vedere la doglia la