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sera fui nel rispondervi sincero, e tale anche adesso mi troverete, non per timor de’ tormenti che potreste farmi provare, ma perchè aborro la falsità; piacciavi rinnovare le interrogazioni, e sarò prontissimo a risponder sinceramente.” “Ti è già noto,” riprese il prencipe, “cosa voglio da te sapere, ma tu procuri soltanto di guadagnar tempo da preparar sotterfugj e cavilli; sono omai stanco; rispondimi tosto: chi sei tu? da quando in quà ti conosce la principessa?” “Io sono,” rispose il giovanetto, “un lavoratore del vicino casale, e mi chiamo Teodoro: la principessa ritrovommi iersera ne’ sotterranei, e non le avevo mai per l’avanti parlato.” “Posso,” soggiunse il prencipe, “credere o non credere a quanto dici; ma prima che io ciò meglio esamini, vo’ sapere il rimanente; palesami adunque qual ragione ti addusse la principessa della sua fuga; bada bene la tua vita dipende forse da questa sola risposta.” “Ella mi disse,” replicò Teodoro, “essere in tale istante sull’orlo del precipizio, e po-