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nente, affrettossi di andare nel salone, dove ordinò che fossegli condotto davanti il contadino.


Appena lo vide comparire gli disse con voce tremenda: “tu sei, quantunque giovane, bene invecchiato nell’arte dell’impostura! ed ora che pensar debbo della tua vantata incorrotta sincerità? La Provvidenza e l’ chiaror della luna ti fecero scoprire il segreto d’aprir la botola? rispondimi, insolente; dimmi: chi sei tu? da quando in quà stringesti amicizia colla principessa? avverti di non tergiversare come iersera, o la tortura ti farà cessar dalle menzogne.” Persuaso il giovine, esser venuta a notizia di Manfredì la di lui complicità nella fuga della principessa, e giudicando che, comunque al presente rispondesse, non avrebbero le sue parole arrecato nè danno nè giovamento alla medesima, replicò coll’ordinaria franchezza in tal modo: “principe, nè io sono impostore, nè merito i vostri detti ingiuriosi. Ier-