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importante pei pastori che pascolavan i loro armenti più in là della casa stessa. Il muro di pietra, attorno al recinto era dell’altezza di un uomo, però non così alto da impedire talvolta ad una pantera o ad un leone, affamati dalla solitudine, di saltar dentro arditamente. Nella parte interna del muro, come sicurezza maggiore al pericolo continuo, era stata piantata una siepe, idea assai fortunata perchè ora una rondine non poteva penetrare nei cespugli più alti, muniti com’erano di enormi spine puntute al pari dei chiodi. Il giorno degli avvenimenti, che si compirono nei precedenti capitoli, un certo numero di pastori in cerca di strade nuove pel loro gregge, si dirigevano a questa pianura e sin dal mattino di buon’ora i boschetti avevan echeggiato di chiamate, di colpi di scure e di belati di pecore e di capre, dei tintinnii di campanelli, del mugghiar del bestiame e dell’abbaiar dei cani.

Quando il sole tramontò, essi si diressero verso il marah e verso il cader della notte avevan tutto in salvo nei campi; poi accesero il fuoco più vicino alla porta, fecero una modesta cena e si sedettero a chiacchierare lasciando uno di essi a far la guardia. Ve n’erano sei di codesti uomini, escludendo il guardiano, e, poco dopo, si riunirono in gruppo vicino al fuoco, alcuni sedendosi, altri giacendo bocconi. Siccome, abitualmente, essi andavano a capo scoperto, i loro capelli pendevano a fitte ciocche, ruvidi, bruciati dal sole, sui loro colli. La barba copriva loro le gole e scendeva fluente sul petto; mantelli dalla pelle di capretto e di agnello, con sopra il vello, li coprivano dalla nuca fino alle ginocchia lasciando le braccia scoperte; larghe cinture attillavano il vestito alla vita; i sandali eran della qualità più ordinaria; dalle loro spalle destre pendevano dei sacchetti contenenti viveri e pietre, scelte per servire alle fionde, delle quali eran armati; per terra, vicino a ciascuno, giaceva il proprio arco, come arma di difesa.

Tali erano i pastori della Giudea!

In apparenza ruvidi e selvaggi come i cani magri che sedevano vicino a loro, attorno al fuoco; venendoli però a conoscere erano schietti e di cuore tenero: conseguenza questa dovuta in parte alla vita primitiva che conducevano, ma principalmente al loro pensiero costante delle cose belle e gentili.

Essi si posero a parlare fra loro; ed i loro discorsi non s’aggiravan che sul loro greggie, tema alquanto arido pel mondo, pure un tema che rappresentava tutto il mondo per essi.