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— «Sì. Vuoi parlare con essi?» —
— «Li spaventerei» — rispose Iras. Poi si avvicinò ad Ester, e vedendola indietreggiare lievemente, disse, — «Non aver paura. Io reco un messaggio per tuo marito. Digli che il suo nemico è morto, e che, per la miseria che mi ha fatto soffrire, io l’uccisi.» —
— «Il suo nemico?» —
— «Messala. Digli inoltre, che per il male che io gli ho voluto sono stata punita così amaramente, che anch’egli ne avrebbe compassione.» —
Le lacrime spuntarono negli occhi di Ester, ed essa voleva parlare.
— «No» — disse Iras. — «Io non voglio nè pietà nè lacrime. Digli in ultimo che ho fatto la scoperta che l’essere Romano equivale ad essere bruto. Addio.» — Essa fece per andarsene. Ester la trattenne:
— «Fermati, e parla con mio marito. Egli non nutre rancore contro di te. Egli sarà tuo amico. — Noi siamo Cristiani.» —
L’altra rimase ferma.
— «No; io sono ciò che ho voluto essere. Fra breve tutto sarà terminato.» —
— «Ma...» — disse Ester, esitando — «Non possiamo... Non c’è nulla che desidereresti... nulla che...» —
Il volto dell’Egiziana tradì la sua commozione, e l’ombra di un sorriso le sfiorò le labbra. Essa guardò i fanciulli sul pavimento.
— «Vi è qualchecosa» — disse.
Ester seguì la direzione del suo sguardo, e con rapido intuito, comprese, e disse:
— «Puoi farlo.» —
Iras si avvicinò ad essi, e inginocchiandosi sulla pelle di leone, li baciò entrambi. Alzandosi lentamente, li guardò ancora; poi andò verso la porta ed uscì, e senza una parola d’addio, camminando rapidamente, prima che Ester si decidesse a seguirla, era sparita.
Ben Hur, quando intese della visita, ebbe la prova di ciò che aveva sospettato da lungo tempo, che cioè il giorno della crocefissione, Iras aveva abbandonato suo padre per gettarsi nelle braccia di Messala. Ciò non ostante, egli uscì subito coi suoi servi e frugò la contrada, in cerca di lei, ma invano. La baia azzurra che ride così innocente sotto i baci del sole, cela oscuri segreti. Se potesse parlare, ci saprebbe narrare la fine dell’Egiziana.