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renze rimarrebbe incancellabile; ma improvvisamente una nuova vita gli appariva, più bella di questa terrena — e il suo nome era: Paradiso. Là egli avrebbe trovato il Regno che sognava, e il Re per cui aveva lavorato. Una grande pace lo invase.
Ma fra i dottori e i sacerdoti ai piedi della croce regnava la costernazione e lo spavento. Essi avevano condannato il Nazareno per aver predicato in tutto il paese che egli era il Messia; ed ecco, che sulla croce, con maggior sicurezza che mai, non solo egli aveva riaffermato la sua missione, ma prometteva il godimento del suo regno ad un malfattore. Essi tremarono davanti alle conseguenze del loro atto. Lo stesso superbo pontefice ebbe paura. Donde traeva quell’uomo la sua convinzione se non dalla verità! E da chi la verità se non da Dio?
Il respiro del Nazareno diventava più affannoso: i suoi sospiri erano rantoli. Solo tre ore sulla croce, e stava già per morire!
La notizia corse di bocca in bocca e tutti tacquero; il vento cessò di soffiare, un’afa soffocante era nell’aria e si aggiungeva all’oscurità.
Nessuno che non lo avesse saputo, avrebbe detto che sul pendio di quella collina vi erano tre milioni di persone atterrite — così tranquille se ne stavano.
Attraverso le tenebre, sopra il capo ai più vicini, venne il grido di disperazione, se non di rimprovero del moribondo:
— «Mio Dio! Mio Dio! Perchè mi hai tu abbandonato?» —
La voce fece trasalire quanti la udirono, Ben Hur ne fu irresistibilmente commosso.
I soldati avevano portato con sé un recipiente di vino e di acqua, e lo avevano collocato a poca distanza dalla croce. Con una spugna immersa nel liquido, e attaccata all’estremità di un bastone, essi potevano inumidire la lingua dei torturati. Ben Hur pensò al sorso d’acqua ch’egli aveva ricevuto alla fontana di Nazareth; un impulso lo assalì; afferrando la spugna, la tuffò nel recipiente, e corse verso la croce.
— «Lascialo stare» — gridò il popolo con collera — «lascialo stare!» —
Senza badare alle grida, egli continuò, e bagnò le labbra al Nazareno.
Troppo tardi, troppo tardi!