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Il popolo lo attorniava iracondo e gli urlava nelle orecchie:

— «Chi sei tu? Che cosa vuoi?» —

— «O Maestro» — proseguì Ben Hur, con voce piena di angoscia. — «Io sono un tuo amico e seguace. Dimmi, ti supplico: se io ti porto aiuto, lo accetterai?» —

Il Nazareno non alzò il capo, nè diede alcun segno di avere inteso. Ma una voce sussurrava a Ben Hur giustificando questo silenzio: — «Lascialo stare» — essa sembrava dirgli. — «I suoi amici lo hanno abbandonato; il mondo lo ha rinnegato; nell’amarezza del suo cuore egli ha detto addio agli uomini; egli va verso un destino ignoto, e non gli importa di conoscerlo. Lascialo stare.» —

Ben Hur dovette desistere. Una ventina di pugni erano tesi contro di lui da ogni parte. La plebaglia urlava: — «Egli è uno dei suoi amici! Ammazzatelo! — a morte, a morte!» —

L’ira accrebbe forza a Ben Hur, il quale liberandosi con violenza dalle mani che lo afferravano, giuocò vigorosamente di mulinello col pugno e riuscì a farsi strada attraverso la turba che lo stringeva da ogni banda. Con la tunica a brandelli, quasi nudo, e grondante di sudore dalla fatica riuscì finalmente a fuggire nel burrone, che nascondendolo con le sue ombre amiche gli offrì temporaneo asilo e salvezza.

Quando il pericolo fu sparito, Ben Hur riprese la veste che aveva lasciata sul muro dell’orto e rientrò in città, al suo Khan, donde, fattosi sellare il cavallo, partì alla volta delle tende presso la tomba dei Re.

Cavalcando, egli si promise di rivedere il Nazareno all’indomani. Lo promise, non sapendo che il povero derelitto era stato condotto immediatamente in casa di Hannas, per essere giudicato quella stessa notte.

Il cuore del giovane era pesante, e quando egli si distese sopra il suo giaciglio, non potè per lungo tempo prender sonno; perchè ora veramente questo rinnovellato regno Giudeo si risolveva nella sua vera essenza, ed appariva un sogno. E’ terribile vedere gli edifici che la nostra speranza innalza, precipitare l’uno dopo l’altro, senza dar tempo all’anima di riaversi, all’orecchio di dimenticare il frastuono della prima ruina; ma quando tutti quanti precipitano insieme -- come navi che affondano, — come case che crollano in un terremoto — lo spirito che sa sopportare il disastro con calma, è dotato di una tempra superiore alla