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nava la scala che metteva sul tetto, la prese, e cominciò a salire rapidamente. Ma all’ultimo gradino s’arrestò di nuovo: Poteva Balthasar esser complice di questa fitta rete di frodi e menzogne da lei tessute? No, no. L’ipocrisia accompagna raramente l’età venerabile come la sua. Balthasar era un uomo onesto.

Con questa ferma convinzione raggiunse il tetto. V’era luna piena, ma la volta del cielo era luminosa pei riflessi delle migliaia di fuochi ardenti nelle strade e nei piazzali della città, intorno ai quali salivano i cantici e i cori dei vecchi salmi d’Israele. Quelle meste armonie che molcevano il suo orecchio, prendevano parole e significato nell’animo suo, e gli sembravano dire: — «Così, o figlio di Giuda, noi facciamo omaggio al Signore Iddio, e dimostriamo la nostra lealtà alla patria ch’egli ci ha dato. Venga Gedeone, o Davide, o un Macabeo, e ci troverà pronti.» —

E subito, come in un sogno, quasi a scherno, gli apparve l’uomo di Nazareth.

La dolorosa, quasi femminile immagine di Cristo, lo accompagnò, mentre attraversò la terrazza fin sopra alla via a settentrione della casa. In quel volto non appariva segno di guerra; ma piuttosto la calma e la rassegnazione di un tranquillo cielo lunare, provocando di nuovo la vecchia angosciosa domanda: — «Che sorta di uomo è egli mai?» —

Ben Hur diede uno sguardo sopra il parapetto, e poi si volse meccanicamente verso il Padiglione.

— «Facciano il loro peggio;» — egli disse, camminando a passi lenti — «io non perdonerò al Romano. Io non dividerò la sua sorte, e neppure fuggirò da questa città de’ miei padri. Farò appello alla Galilea e di là comincierò la battaglia. Con la fama di gesta eroiche chiamerò tutte le tribù dalla mia parte. Quegli che diede Davide e Mosè, ci troverà un condottiero, e se non sarà il Nazareno, sarà un altro dei molti che anelano di morire per la libertà.» —

L’interno del padiglione, verso il quale moveva Ben Hur era scarsamente illuminato, e le colonne del lato occidentale gettavano lunghe ombre sul pavimento. La poltrona solitamente occupata da Simonide era vicino alla finestra dalla quale si godeva la più ampia vista della città in direzione del Mercato.

La poltrona era occupata. — «Il buon uomo è ritornato» — pensò, — «Gli parlerò, se non dorme.» —