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cipe di Gerusalemme con una coorte delle legioni di Galilea!» —

Accompagnò le parole con un provocante sguardo di disprezzo, poi diede in uno scroscio di risa come se l’immagine da lei evocata fosse ancor più ridicola che spregevole.

— «Anzichè un Sesostri ritornante in trionfo o un Cesare incoronato, e con la spada al fianco, ah, ah, ah, vidi un’uomo dal volto muliebre e lagrimoso, montato su di un somaro! II Re! il Figlio di Dio! il Redentore del mondo! ah, ah, ah!» —

Suo malgrado Ben Hur sussultò.

— «Non lasciai il mio posto, no, oh principe di Gerusalemme,» — proseguì essa, senza dargli il tempo d’interromperla, — «no, non risi, ma dissi a me stessa: Aspettiamo: nel Tempio egli si abbiglierà come s’addice ad un eroe sul punto di prendere possesso del Mondo. Lo vidi oltrepassare la Porta di Shushan e la Corte delle Donne. Lo vidi arrestarsi davanti la Porta Magnifica. Il popolo assiepava il porticato e i cortili; si affollava nei chiostri e sui gradini dei tre lati del Tempio, e tutti trattenevano il respiro in attesa della proclamazione. Qual silenzio solenne! ah, ah, ah, nella mia fantasia mi pareva già di udire lo scricchiolìo del crollante edificio Romano; ah, ah, ah! O principe, il tuo Re del mondo si avvolse nella sua veste e se n’andò per la porta più lontana, senza neppure profferire una parola e... l’Impero Romano è ancora in piedi!» —

In pietoso omaggio ad una speranza, che in quel momento si spense del tutto e di cui egli aveva ansiosamente seguito col cuore i fuggenti barlumi, Ben Hur abbassò lo sguardo.

Nè gli argomenti di Balthasar, nè i miracoli compiuti in sua presenza avevano mai sortito l’effetto di porre così spiccatamente in rilievo la contestata natura del Nazareno. Dopo tutto, il miglior modo per arrivare alla percezione di ciò che è divino, è lo studio di ciò che è umano. Nelle cose che trascendono l’intelligenza umana possiamo sempre riprometterci di trovar Dio. Così, nella descrizione fatta dall’Egiziana della scena in cui il Nazareno volse le spalle alla Porta Magnifica, l’azione principale rimaneva affatto inesplicabile se la si considerava da un punto divista puramente umano. Come parabola rivolta ad un popolo amante di parabole, quell’atto insegnava ciò che Cristo