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al Khan di Bethania. Ho qualche cosa di grande importonza per Israele da proporvi.» —
— «Chi sei?» — gli domandarono.
— «Un figlio di Giuda,» — egli rispose, semplicemente. La folla, smaniosa di vederlo, attorniò la compagnia.
— «Verrete a Bethania?» — egli domandò.
— «Sì, verremo.» —
— «Allora portate con voi questa spada e questo scudo, che io possa riconoscervi.» —
E spingendosi fra la folla che aumentava d’ogni lato, sparve.
Col permesso di Pilato, la gente entrò nel cortile a portar via i morti ed i feriti, ma il loro dolore per quella vista fu rallegrato assai dalla vittoria del campione sconosciuto, che fu cercato dappertutto, e da tutti esaltato. Lo spirito avvilito della nazione si sentì sollevare dal fatto valoroso, tanto che nelle strade e perfino nel Tempio, in mezzo alle solennità della cerimonia, si ripeterono le vecchie istorie dei Maccabei, e le persone più saggie scuotevano il capo, bisbigliando sommessamente:
— «Un poco di pazienza, ancora un poco di pazienza, o fratelli, e la gloria d’Israele rifiorirà. Abbiamo fiducia in Dio.» —
In tale modo, Ben Hur, stabilì la sua supremazia fra i Galilei, e si preparò la via fra di essi a più grandi servigi nella causa del Re.
Con quale risultato, noi vedremo in seguito.
Fine del libro sesto.