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Alzando l’anfora sopra le spalle, si affrettò a tornare indietro. Per dimenticanza, ella sarebbe andata sin dov’eran esse, ma il grido: «Infette, infette! All’erta!» l’arrestò. Mettendo l’acqua vicino al cesto, fece qualche passo indietro, e si fermò.

— «Grazie, Amrah,» — disse la padrona impadronendosi delle provviste. — «Cuor d’oro!» —

— «Non v’è altro ch’io possa fare per voi?» — domandò Amrah.

Lo mano della inferma era sopra l’anfora, e la donna ardeva dalla sete; tuttavia si fermò, ed alzandosi disse con fermezza:

— «Sì, io so che Giuda è tornato a casa. Lo vidi l’altra sera alla porta, addormentato presso il gradino, e tu lo facesti alzare di là.» —

Amrah giunse le mani.

— «O signora mia! Voi vedeste tutto ciò, e non siete accorsa!» —

— «Sarebbe stato un volerlo uccidere. Io non posso più prenderlo fra le mie braccia. Non posso più baciarlo. O Amrah, Amrah, tu l’ami, lo so!» —

— «Sì,» — disse essa con effusione, scoppiando di nuovo in lagrime, ed inginocchiandosi. — «Io morirei per lui!» —

— «Dammi una prova di quanto tu dici, Amrah.» —

— «Sono pronta.» —

— «Non gli dirai dove siamo e che ci hai vedute. Non dirgli nulla, Amrah.» —

— «Ma egli vi sta cercando. E’ venuto da lontano per trovarvi.» —

— «Egli non deve trovarci. Non deve diventare ciò che siamo noi. Ascolta Amrah. Tu ci servirai come hai fatto oggi. Ci porterai quel poco che ci abbisogna. Ora va. Tornerai la mattina e la sera, d’ora innanzi, e...» — e la voce tremò, poichè la ferrea volontà stava per abbandonarla — e tu ci parlerai di lui, Amrah; ma a lui non dire una parola. Hai capito?» —

— «Oh! sarà così duro il sentirlo discorrere di voi, e vederlo girare in cerca di voi — di comprendere il suo dolore e non dirgli almeno che voi vivete!» —

— «Puoi dirgli che stiamo bene, Amrah.» —

La serva abbassò il capo silenziosa.

— «No» — continuò la padrona; — «è meglio che tu taccia completamente. Va adesso e ritorna questa sera, noi ti aspetteremo. Intanto, addio!» —