Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/370

364

mistero dei tre uomini era tuttavia impresso nella mia mente. Ero insoddisfatto di non esserne venuto a capo. Ora son contento di aver ceduto alla preghiera di quel cieco.» —

Tutti i presenti si fecero silenziosi.

— «Allorchè fummo nella cella ed il prigioniero lo seppe, prese la mia mano premurosamente e mi condusse vicino ad un buco simile a quello attraverso al quale noi passavamo il cibo dal corridoio. Sebbene avesse la grandezza d’un elmo, ieri m’era sfuggito. Sempre tenendo la mia mano nella sua egli accostò il viso al buco e diede in un grido simile a quello di una belva. Una voce debole rispose. Io ne fui stupito e chiamai forte: — «Olà!» — a tutta prima non ebbi nessuna risposta. Chiamai di nuovo e udii queste parole: — «Che tu sia benedetto, o mio Dio!» — Ancor più sorprendente, o tribuno, la voce era quella di una donna. Ed io chiesi:

— «Chi siete?» — ed ebbi in risposta:

— «Una donna d’Israele sepolta qui con sua figlia. Aiutateci presto o morremo!» —

Dissi loro di star di buon animo e corsi qui per saper la tua volontà.

Il tribuno si alzò frettolosamente.

— «Avevi ragione, Gesio;» — diss’egli, — «e adesso capisco. La pianta era falsa e bugiarda era pure la storia dei tre uomini, Vi sono stati dei Romani migliori di Valerio Grato.» —

— «Sì, disse il carceriere, poichè seppi dal prigioniero che aveva regolarmente dato alla donna i cibi e le bevande che aveva ricevuti.» —

— «Il perchè ne è chiaro» — disse il tribuno, e osservando il contegno degli amici e riflettendo che avrebbe fatto bene l’avere dei testimoni, soggiunse:

— «Salviamo quelle donne. Venite tutti.» —

Gesio era raggiante.

— «Bisognerà che foriamo la parete» — egli disse: — «Io potrei trovare il posto ove era la porta, ma essa è stata murata con pietre e calcina» —

Il tribuno si fermò per dire al suo scrivano:

— «Manda degli uomini dietro a me cogli utensili necessari. Fa presto, e conserva la pianta che dev’essere corretta.» —

Poco dopo essi erano partiti alla volta del carcere.