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non potè che dedurne una conclusione: Egli era caduto in un trabocchetto. Lontano da ogni aiuto, in questo splendido carcere, doveva morire!

Dubbioso ed incerto, guardava ora l’uno ora l’altro dei due uomini, mentre, nella sua mente, si svolgeva quell’ultimo miracolo della memoria in procinto di oscurarsi per sempre, la quale richiama alla coscienza del moribondo tutta quanta la vita passata e gli fa sfilare dinanzi agli occhi ogni minimo dettaglio della sua vita trascorsa, con tutta l’evidenza della realtà. Sino a pochi giorni fa egli era il perseguitato, l’agnello. Da poco era avvenuto il grande mutamento della sua vita che lo avrebbe dovuto rendere aggressore, e che lo avrebbe avviato a quel grande sogno di vendetta e di gloria, di cui la giornata di ieri era stato il primo, importantissimo passo. Ieri aveva trovata la prima sua vittima! Ad uno spirito puramente Cristiano, questa immagine avrebbe portata la debolezza del rimorso. Non così con Ben Hur; l’anima sua era stata modellata sulle dottrine del grande legislatore del suo popolo. Il castigo di Messala era meritato, era giusto! Iddio stesso gli aveva concessa la vittoria, e questo pensiero gli accrebbe fiducia.

Non solo. Gli era stato detto, e le circostanze lo avevano concordemente confermato, che il Cielo lo aveva scelto per una missione santa, come era santo il Re che doveva venire, — una missione che rendeva legittima e sacra anche la vendetta, perchè necessaria. Doveva egli, sulla soglia appena del suo grande compito, temere e disperarsi?

Disfece il nodo della fascia che gli stringeva la vita, e lasciò scivolare a terra l’ampia vestaglia bianca, che portava, alla foggia degli Ebrei, rimanendo in una tunica succinta non dissimile da quelle degli avversari. Incrociando le braccia sul petto, ed appoggiando le spalle alla colonna, aspettò tranquillamente.

L’esame del mosaico fu breve.

Tosto il Germano si voltò, e disse qualche cosa al compagno; entrambi guardarono Ben Hur. Scambiate poche altre parole nella loro lingua, avanzarono verso di lui.

— «Chi siete!» — chiese Ben Hur.

Il Germano sorrise, senza che quest’atto giovasse ad attenuare la feroce bruttezza del suo volto, e rispose:

— «Barbari.» —

— «Questo è il palazzo di Idernee. Che cosa cercate?