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Romano riposava, come d’usato, sul bellissimo volto, alle cui fattezze l’elmo accresceva maestà; ma, fosse giuoco di fantasia o effetto dell’ombra bronzea che copriva il suo viso, in quell’istante l’Ebreo credette di vedere tutta l’anima dell’uomo trasparire attraverso la venustà di quel corpo, un’anima crudele, scaltra, vigile e risoluta.

In pari tempo lo spirito di Ben Hur s’irrigidì in un poderoso sforzo di volontà.

A qualunque costo, a qualunque rischio, egli avrebbe umiliato il suo nemico!

Premio, amici, scommesse, onori, tutto spariva davanti a quell’unico deliberato proposito! Neppure la morte lo avrebbe trattenuto!

Con tutto ciò, nessuna passione gli ardeva nel petto; il sangue non affrettò la sua corsa dal cuore al cervello, dal cervello al cuore; non provava nessun impulso di gettarsi alla cieca in braccio alla Fortuna, poichè egli non credeva alla Fortuna. Fidava in sè, nel disegno da lunga mano preparato, e chiamò a raccolta tutte le forze del suo corpo, tutte le energie della sua intelligenza, per poter attuare il suo piano.

A metà percorso egli si avvide che l’impeto di Messala, lo avrebbe, nel caso che non fosse successo alcuno scontro e la corda fosse caduta, infallibilmente condotto a rasentare il muro interno; e come un lampo gli venne il pensiero che Messala sapesse che la corda doveva cadere all’ultimo momento. Un accordo col direttore avrebbe potuto facilmente stabilire questo; e l’accordo era abbastanza probabile, quando si pensi che il prefetto era Romano, e all’interesse che poteva avere nella vittoria del suo concittadino, il quale, oltre al godere tanta popolarità, aveva una somma così ingente a repentaglio.

Nessun’altra ragione poteva spiegare la fiducia con cui Messala spingeva innanzi la sua quadriglia, proprio nell’istante che gli altri competitori cercavano di frenare le proprie, nessun’altra ragione, tranne la pazzia.

Ma vedere una cosa e approfittarne sono due cose diverse.

Pel momento Ben Hur rinunciò al muro.

La corda cadde, e tutte le quadriglie, meno la sua, balzarono sulla pista, sotto il doppio impulso dei flagelli e delle voci.

Egli piegò a destra, e con tutta la velocità de’ suoi Arabi, tagliò obliquamente la strada ai suoi avversari; dimodochè,